domenica 20 marzo 2011

Cioccolato...Che passione!



...Sembra che la vera origine del cioccolato lavorato, che risale a circa
tremila anni fa, sia da attribuire agli Olmechi dei bassopiani boscosi a sud del
Messico.
Da questo inizio così lontano, la matassa storica si dipana passando
attraverso le corti dei sovrani delle città maya del periodo classico per
giungere alla civiltà azteca, periodo nel quale il cioccolato acquistò
grande importanza sia come bevanda, simbolo del sangue umano nei rituali religiosi,
sia come moneta e merce di scambio.
Dopo la catastrofica distruzione della capitale azteca, il consumo del cioccolato
fu trasformato e creolizzato dai conquistatori spagnoli.
La nuova scoperta fu introdotta in Europa dove fu considerata una medicina da
prendere secondo l'antica teoria ippocratico-galenica dell'epoca.
Ricette preziose
ed esperimenti arditi furono gelosamente custoditi nelle corti, prima spagnola,
poi francese, napoletana e fiorentina. Successivamente, nell'Europa barocca, il
cioccolato fu utilizzato in molti stravaganti ed elaborati modi per accompagnare
altre pietanze durante i pasti di aristocratici ed ecclesiastici. Merito dell'enorme
diffusione delle superstizioni della bevanda calda fu anche dei Gesuiti e della
Chiesa cattolica che, con le loro ordinanze, elogiarono o dannarono il misterioso
brodo indiano. Si giunse poi agli arditi esperimenti francesi e italiani che portarono
il cioccolato ai confini dell'arte culinaria. [....]
Con l'avvento della rivoluzione industriale, il Theobroma cacao (questo è
il primo nome scientifico attribuito alla pianta) divenne solido, da mangiare
sottoforma di pasticcino o pastiglie o barrette. Divenne presto uno spuntino da
consumarsi al chocolate bar, accompagnato da una piacevole conversazione, spesso
tra signore acculturate e all'avanguardia.
Il successivo affinamento delle tecniche di produzione di massa ci riconduce allo
statunitense Milton Hershey che, con la sua "città del cioccolato",
portò il concetto d'industrializzazione, commercializzazione e consumo
di massa, al suo punto estremo. Di conseguenza la qualità dell'alimento
si abbassò notevolmente; in risposta a questo avvenimento nacque un cioccolato
di prima scelta, dedicato ad intenditori disposti a spendere soldi e uno, di seconda
scelta, adatto per tutti.
Da questo momento in poi l'affermazione del cioccolato come alimento solido da
mangiare andrà ad eclissare sempre più la sua antenata bevanda calda
o fredda, da centellinare sorso dopo sorso, come si era già fatto per migliaia
d'anni da quando quell'anonimo indio messicano aveva trasformato il chicco di
cacao in "cibo degli dei"....
Questo e molto altro su http://www.cioccolato.it/Web/cioccolato/home.asp

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